SIMONE MASSENZA

Street-Chef e Mastro Pastaio Devo la mia passione per la cucina e l’enogastronomia in genere, una passione curiosa e viscerale, a mia mamma, Laura; casalinga d’altri tempi, con tutta la sua candida semplicità, è riuscita a trasmettermi i concetti di “Buono e fresco” e del “Servire”, nel senso di offrire un servizio, di prendersi cura di qualcuno, che ancora oggi, gelosamente, custodisco e cerco di portare avanti nel mio lavoro.
I miei primi ricordi d’infanzia sono legati a doppio filo al cibo: i pranzi delle Feste, i banchetti quotidiani di mia mamma che doveva gestire quattro maschi a tavola, io in cucina che cerco di rubare a mia mamma una ditata d’impasto della torta, scoprendo, a caro prezzo, lo strano sapore del lievito.

La cucina è stata uno dei primi ambienti in cui muovermi, conoscere, provare.
Se fossi nato in Romagna, verrei definito Sfoglino, prendendo il nome in prestito dalle prodighe matrone che per secoli hanno perpetuato la tradizione del mattarello e della pasta fresca.
Mauro Rosati, giornalista enogastronomico, mi ha definito, forse troppo generosamente, Street Chef, per la mia idea, il mio tentativo, di portare, anche nella ristorazione veloce, nel cibo di strada, i concetti di equilibrio, abbinamento e gusto, tipici e peculiari della cucina tradizionale.

Sono, prima di tutto, un Artigiano, nel senso vero e profondo del termine, legato al lavoro manuale, al contatto materico con il prodotto, sfruttando tutti i cinque sensi, all’attenzione al particolare, alla tradizione coniugata con l’innovazione; al concetto del giusto tempo (incomprimibile) necessario alla realizzazione di ciò che vi offriamo, per come ve lo offriamo.
Potrei definirmi, secondo il gergo della brigata di cucina, come uno Chef Marmiton, persona che ha imparato l’arte della cucina in modo non convenzionale o istituzionale, ma, in forma autonoma, privata ed autodidatta, provando (sempre), sbagliando (spesso), studiando (tanto), fra pentole, fornelli e forni, per accrescere le proprie capacità.

Credo che la definizione più appropriata sia Gourmet, o, utilizzando l’italica favella, buongustaio, goloso, degustatore.
Dopo aver rubato il mestiere ad un’anziana Sfoglina romagnola, titolare, ancora oggi, di una delle più note piadinerie della Riviera, ho cercato di affinare questa mia predisposizione, questo mio interesse, andando a sviluppare, anche in maniera didattica, la mia conoscenza, il mio approccio alle materie prime, alla valutazione sensoriale, all’abbinamento.
Nel tempo, sperimentando, ho creato il mio personale concetto di street-food all’italiana, legato alla Tradizione in chiave filologica, alla ricerca, alle grandi Eccellenze alimentari che, da Bolzano a Palermo, con i loro profumi, sapori e colori, possiamo ritrovare e che, ogni giorno, con amore, vi offro.
Parafrasando il grande filoso Ludwig Feuerbach: “Noi siamo ciò che mangiamo”.

Vi aspetto.